A nome del Gruppo Caronte & Tourist ringrazio la CISL per aver organizzato questo prestigioso evento e sono particolarmente lieto di dare il benvenuto a tutte le autorità presenti, che siamo onorati di ospitare sulla nostra nave ammiraglia – la prima nave, ci piace ricordarlo, alimentabile a Gas Naturale Liquefatto del Mediterraneo – e in un panorama unico al mondo al quale siamo certi che il Ponte conferirà ulteriore e inimitabile fascino. Abbiamo più volte argomentato la nostra posizione favorevole alla costruzione del collegamento stabile tra le due sponde dello Stretto di Messina. Offrire la nostra nave migliore per discutere di Ponte è un segnale che abbiamo inteso offrire, da imprenditori e da siciliani. Innanzitutto, per rimarcare che gli interessi del Paese vengono prima di quelli dei singoli; ma anche per ricordare che di fronte a investimenti infrastrutturali di questa portata, un gruppo imprenditoriale non può che rispondere alla sfida, rimboccarsi le maniche ed essere pronto a fare la propria parte. Adesso dunque – finalmente, ci viene da dire – il dibattito può passare dal “se” al “come”, spostando il ragionamento su temi di estrema concretezza che predispongano questo territorio a una novità infrastrutturale, inevitabilmente di estremo impatto, producendo però per le collettività che lo popolano ricadute altrimenti inimmaginabili. Da Messinesi e imprenditori, certi che l’economia locale e l’occupazione durante la costruzione del Ponte avranno una crescita mai vista, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione nel far si che tutto ciò si consolidi anche dopo la fine dei lavori. Solo qualche spunto di riflessione, sui temi che toccano di più noi messinesi:
- Occorre progettare e immediatamente sviluppare i sistemi di mobilità locale post Ponte, integrando i collegamenti marittimi (veloci e non) e quelli metroferroviari, dando finalmente corpo all’area metropolitana dello Stretto, dotata di un proprio aeroporto. Sfruttando così al meglio le potenzialità del Tito Minniti di Reggio Calabria che contribuirà a ulteriormente sviluppare la vocazione turistica delle due Province.
- E’ indispensabile programmare sin da ora il sistema di backup marittimo per veicoli e treni nei casi di ponte fuori servizio. La Sicilia non può restare neanche un giorno isolata dal resto del Paese e dai collegamenti con il nord Europa.
- Ancor prima che inizino i lavori di costruzione, va attivata la realizzazione del porto a sud di Villa San Giovanni e completata quella del porto di Tremestieri sulla sponda messinese. Ciò si rende indispensabile al fine di poter assorbire l’incremento dei traffici legato ai lavori del ponte senza traumi per il territorio. A nostro parere, sul punto si giustifica la nomina di un commissario unico munito dei necessari poteri per velocizzare la realizzazione delle opere.
- Nella pianificazione del Ponte non può né deve essere assente l’aspetto turistico. Per dirla in breve, il ponte dovrà rappresentare per l’area Metropolitana dello Stretto l’equivalente della tour Eiffel per Parigi, diventando esso stesso elemento di attrazione turistica e di investimenti anche stranieri in infrastrutture pensate a tale scopo. Penso ad esempio a: ascensori e locali panoramici, percorsi di vista dell’infrastruttura, spazi turistico/commerciali integrati. Il tutto pianificato in un master plan delle infrastrutture turistiche da realizzare, che incanali l’inevitabile interesse anche finanziario degli operatori nazionali e internazionali del turismo.
Su questo aspetto racconto un piccolo aneddoto. Anni fa, chiacchierando col progettista del Ponte, gli chiesi se fosse tecnicamente realizzabile un ascensore panoramico che portasse ad una piattaforma visitabile sulle torri del Ponte. Mi rispose “certo, mi sembra un’ottima idea, sarebbe fantastico”; alla domanda sul perché non fosse stato previsto nel progetto mi rispose: “perché nessuno me l’ha chiesto”. Bene, questo è il motivo per cui è indispensabile un Progetto Turistico del Ponte. Infine, ma non da ultimo: questo territorio dal Ponte attende soprattutto occupazione. Sia durante che dopo la costruzione del Ponte. Ma se non si doterà di centri di formazione che – col coinvolgimento di aziende locali – producano professionalità utili alla costruzione e alla manutenzione del ponte e delle infrastrutture a esso correlate, dovrà accontentarsi di sprazzi di manovalanza sprecando un’occasione irripetibile. Spesso la sintesi è nemica della chiarezza. Ove così fosse stato, ci auguriamo si creino ulteriori momenti di confronto nei quali potere apportare il contributo di quasi sessant’anni di protagonismo nei collegamenti sullo Stretto.
Benvenuti e buon lavoro.