Roma, 28 novembre 2023 – Confitarma ha partecipato oggi alla Cabina di Regia per il Piano Nazionale di Ricerca e Resilienza, convocata a Largo Chigi dal Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR Raffaelle Fitto.
Il Direttore Generale Luca Sisto, approfondendo quanto già Confitarma ha avuto modo di sottolineare venerdì nel tavolo convocato dal Presidente del Consiglio Meloni, si è soffermato sulle tematiche più rilevanti che riguardano lo shipping in riferimento alla revisione del PNRR italiano, ringraziando il Governo per la particolare capacità di ascoltare le imprese.
In primis il cold ironing, o più correttamente OSP, che riguarda il nostro settore ma non le navi. La misura iniziale era di 675 milioni spalmata su tutti i porti. Non tutte le navi avranno l’elettrificazione, non tutte le banchine ne avranno necessità. “Benissimo concentrare queste risorse sui dieci porti selezionati” – ha sottolineato Sisto. “Bene ampliare le risorse, il premier ce lo ha detto venerdì, altri 400 milioni. È più di un miliardo di euro. Noi lavoriamo sulla presa, la banchina, ma sulla spina, la nave, non c’è nulla. Noi non sappiamo al momento quanto costerà l’energia e chi la fornirà. È importante evitare disparità di mercato”.
Passiamo poi al decreto flotte nel fondo complementare.
“Il percorso prevedeva 500 milioni di euro, davvero nulla in confronto ai 15 miliardi dell’armamento privato nazionale speso in 10 anni in nuove costruzioni, però noi abbiamo apprezzato questa misura, che purtroppo all’origine è nata con troppi ostacoli messi dall’Italia e da Bruxelles”.
Il direttore Sisto ha ricordato come nel secondo decreto Confitarma abbia ottenuto il miglioramento di alcuni aspetti, modificando ad esempio il vincolo quinquennale di utilizzo della nave su un collegamento che tocchi almeno un porto italiano, inserendo al suo posto quello con un porto europeo e inserendo le navi da crociere, incredibilmente escluse nella prima versione.
Rimane il problema che gli interventi debbano essere realizzati obbligatoriamente in cantieri italiani ed europei, sia in fase di costruzione che di refitting della nave.
“Come ho già avuto l’occasione di dire a Palazzo Chigi, fatto 100 l’Orderbook delle navi nel mondo soltanto cinque verranno costruite nei nostri cantieri italiani ed europei. Così escludi la flotta italiana dal decreto e la metti in disagio competitivo con i competitor europei. Su questo Signor Ministro le chiediamo una riflessione”.
In chiusura il Direttore Sisto ha voluto dedicare un’attenzione particolare al tema dei sussidi ambientalmente dannosi.
“Nel frattempo in Europa” – ha rimarcato “sono ancora più severi e una nave si può finanziare solo se a emissioni zero. Onestamente navi che emettono zero nei grandi traffici al momento l’umanità non le ha ancora generate. Siamo certi che questo Governo non inserirà mai la legge sulle navi italiane, il Registro Internazionale Italiano, tra i sussidi ambientalmente dannosi, come avvenuto in passato”.