Nicola Coccia, Coordinatore del Comitato Regole e Competitività di Confitarma, ha sottolineato come il generalizzato livellamento dei costi di costruzione ed esercizio della nave (rifornimento, oneri fiscali e contributivi, ecc.) unito all’imminente estensione dei benefici previsti dal Registro Internazionale alle bandiere UE/SEE rendano oggi impellente la semplificazione amministrativa e burocratica dell’ordinamento marittimo nazionale.
“Ormai da molto tutti i soggetti coinvolti, sia pubblici che privati, sono consapevoli di tale urgenza” – ha dichiarato Coccia – “lo testimoniano i diversi progetti di legge in chiave di semplificazione del settore presentati negli anni in Parlamento ma anche l’importante lavoro di confronto svoltosi nell’ambito del “Tavolo mare”, costituito dall’allora MIMS a fine 2021. Purtroppo, però, tali preziose iniziative non hanno poi visto la luce”.
“È arrivato il momento che dai buoni propositi si passi ai fatti concreti” – ha quindi aggiunto Coccia – “se non vogliamo assistere al flagging out della flotta italiana verso registri navali più concorrenziali!”.
Le misure contenute nel DDL Malan, oltre a non comportare nella maggior parte dei casi ulteriori oneri a carico dello Stato, sono misure di buon senso, volte, tra le altre, ad ammodernare l’ordinamento marittimo rispetto all’era digitale in cui viviamo e ad adeguare la normativa in materia al contesto istituzionale europeo.
Nell’era della digitalizzazione risulta anacronistico non consentire alle navi che operano stabilmente in porti esteri e che per lunghi periodi (anche fino a tre mesi) non trovano un consolato disponibile a regolarizzare i contratti di arruolamento (in quanto non esistente o per incompatibilità degli orari o in quanto consolato onorario privo delle funzioni necessarie) non possano ricorrere alla modalità digitale, incorrendo anche nel rischio di sanzioni da parte delle Capitanerie di porto al loro arrivo in porto italiano.
Così come è un controsenso che, a causa del mancato aggiornamento della normativa in materia, la procedura di dismissione temporanea di bandiera (c.d. bareboat out) verso bandiera UE – in quanto equiparata a una dismissione definitiva verso bandiera extra-UE – sia molto più rigida di quella prevista per la dismissione definitiva verso il registro di uno Stato Membro, che richiede invece solamente la presentazione di una semplice istanza in Capitaneria.
“Ci sono poi ulteriori proposte che da tempo promuoviamo presso le competenti sedi istituzionali per rendere le nostre imprese più concorrenziali” – ha poi affermato Nicola Coccia riferendosi alla semplificazione dell’iter formativo per conseguire la certificazione di cuoco equipaggio e alle modifiche al Codice della Navigazione in materia di pubblicità dell’ipoteca navale e di consolidamento dell’ipoteca.
“La competitività e il dinamismo delle imprese sono strettamente collegati alla presenza di un contesto normativo che favorisca l’investimento, stimoli l’innovazione e incoraggi l’imprenditorialità” – ha dunque concluso Coccia – “siamo fiduciosi che il DDL n. 673 troverà rapida e concreta attuazione quale importantissimo primo passo per rilanciare la bandiera italiana – alla quale siamo profondamente legati e che cerchiamo di portare con orgoglio a poppa delle nostre navi – e continuare a contare, come Paese, nei consessi istituzionali internazionali”.