Articolo di Leonardo Parigi, Responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne – Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile.

Secondo le più recenti ricerche a livello nazionale ed europeo, entro il 2030 mancheranno circa 150mila lavoratori in Italia. Un fenomeno che riguarda tanti settori industriali e produttivi, e che tocca anche i temi della demografia, dell’invecchiamento della popolazione e di una progressiva perdita di talenti, che scelgono altri Paesi per crescere professionalmente. Seguendo il trend attuale, infatti, la ricerca firmata da Area Studi Legacoop e Prometeia, l’Italia registrerà oltre 800mila persone. E i dati sono ancora più allarmanti se si considera che la forbice tra domanda e offerta di lavoro continua a crescere. Perché avviene tale fenomeno, e come si può trovare una soluzione che garantisca livelli di performance economica adeguata? Domande non semplici, che possono aprire la strada a tante soluzioni più o meno praticabili, ma che raccolgono anche tanti altri temi connessi. Nel 2023 il 40% delle imprese nel settore dei servizi e il 9% nel settore manifatturiero segnalava la mancanza di lavoratori come ostacolo alla produzione. Sempre nello stesso anno, il 45% delle assunzioni previste risultava difficile da realizzare, con diverse sfide legate al livello di istruzione. E la tecnologia è certamente un fattore in più, sia in senso positivo sia negativo. Uno studio condotto da EY afferma che da qui al 2030 si prevede un incremento di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale che può portare inevitabilmente alla scomparsa di determinate professionalità, prevalentemente legate ai servizi. Ma non solo, visto che “il 61% aziende italiane hanno avviato progetti di AI nel nostro Paese hanno generato un valore aggiunto di 40 miliardi di euro”. In questo contesto si inseriscono i percorsi di formazione specializzata degli ITS, che rappresentano una vera leva di crescita per i tanti settori industriali ed economici che potrebbero essere maggiormente colpiti dalla scollatura tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. La Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile, con due sedi a Genova, è una di queste realtà, impegnata dal 2005 nella formazione specializzata dei nuovi professionisti del mare. Ma il mondo marittimo e portuale sta vivendo un momento storico di profonda trasformazione, e per questo l’Accademia ha sviluppato una serie di percorsi specifici sulla logistica nel suo complesso. Agli storici corsi da Allievo Ufficiale di Coperta, e Allievo Ufficiale di Macchina, si sono aggiunti percorsi ITS per la Logistica Nazionale e Internazionale, per la costruzione di impianti di bordo, per la manutenzione delle unità in acqua. Ma anche per diventare operatori di manovra ferroviaria e superintendent, esperti dei processi di automazione in ambito portuale e molti altri ancora. Senza dimenticare tutti i corsi dedicati ai servizi di hôtellerie per il mondo ro-pax e cruise. Restando nel solco delle ricerche nell’ambito del mondo del lavoro, secondo la International Chamber of Shipping mancheranno oltre 90.000 ufficiali a bordo della flotta mercantile mondiale. Personale altamente qualificato, che dovrà avere sempre di più una visione specializzata anche per l’applicazione della tecnologia di bordo. Che andrà a coadiuvare e a migliorare la navigazione anche in ambito mercantile, ma che non può soppiantare del tutto il personale di bordo. Anche in questo specifico ambito, l’Accademia Italiana della Marina Mercantile è presente per approfondire i temi dello sviluppo tecnico e tecnologico, fornendo agli studenti e alle studentesse di tutta Italia le skill necessarie per avere competenze specifiche. Ma con uno sguardo più ampio.