Durante il 2° Summit Nazionale Blue Forum, il 27 maggio a Gaeta è stato presentato ufficialmente l’XI Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare di Informare con il Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere.
Ne “Il Punto di…” di questa settimana abbiamo voluto intervistare Antonello Testa, il coordinatore di OsserMare, per guardare più da vicino i numeri che ci aiutano a tracciare il quadro di riferimento attuale dell’Economia del Mare.
Giunto alla sua undicesima edizione, il rapporto rappresenta lo strumento che il sistema camerale mette a disposizione di istituzioni, associazioni e imprese nella definizione delle politiche di sviluppo dei vari settori coinvolti.
Gli elementi principali del Rapporto in sintesi
L’XI Rapporto ci dice che sono circa 228 mila le imprese in Italia ad operare nell’Economia del Mare, che danno lavoro a quasi 914 mila persone.
Si tratta di un settore in significativa crescita: tra il 2022 e il 2021 la base imprenditoriale del sistema mare è incrementata dell’1,6%, le esportazioni sono cresciute del 37% e il valore diretto prodotto è aumentato del 9,2% tra il 2021 e il 2020.
L’Economia del Mare italiana genera un valore aggiunto prodotto di 52,4 miliardi di euro e un valore aggiunto attivato pari a 90,3 miliardi di euro, per un totale di 142,7 miliardi, che considera l’intera filiera diretta e indiretta, pari a quasi il 9% del complesso del valore aggiunto.
Per quantificare l’apporto economico complessivamente generato dalla Blue Economy appare opportuno integrare alla ricchezza prodotta dalle attività che compongono i settori dell’economia del mare, quella che viene generata nelle altre attività, a monte e a valle, in una logica di filiera.
Stante tale necessità, è stato calcolato un coefficiente, definito moltiplicatore, che indica per ogni euro prodotto da un’attività del “Sistema mare” quanto valore aggiunto viene attivato in tutte le altre attività che contribuiscono alla sua realizzazione. Sulla base di tale analisi emerge come la Blue Economy abbia un effetto moltiplicativo molto significativo: per ogni euro di valore aggiunto prodotto se ne attivano altri 1,7 nel resto dell’economia.
Il moltiplicatore è espresso in euro attivati sul resto dell’economia per ogni euro prodotto.
L’effetto moltiplicatore risulta più elevato nei trasporti marittimi, in grado di attivare 2,7 euro per ogni euro di ricchezza prodotta. Questo significa che i 10,4 miliardi di euro prodotti dalle attività di questo comparto hanno attivato 28,1 miliardi di euro negli altri settori economici.
Oltre il 60% della ricchezza prodotta dal mare proviene dal Centro Sud
L’economia del mare produce un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro e ne attiva altri 90,3 miliardi nel resto dell’economia nel 2021. Considerando questa capacità moltiplicativa di “fare filiera”, la Blue economy arriva a generare complessivamente 142,7 miliardi di euro, l’8,9% dell’intera economia nazionale. Il valore diretto prodotto dal Sistema mare ribalta la tradizionale dicotomia Nord-Sud. Sono il Centro e il Mezzogiorno, infatti, a sviluppare il 61% della ricchezza del settore nel 2021, contro poco più del 44% dell’intera economia. In particolare, con oltre 16 miliardi di euro di valore aggiunto il Centro contribuisce per il 31,1%, mentre il Mezzogiorno, con oltre 15 miliardi di euro, pesa per il 30%. Seguono il Nord-Ovest (20,7%) ed il Nord Est (18,2%). Ma a livello regionale è la Liguria a ricoprire un ruolo di primo piano per incidenza del valore prodotto dall’economia del mare sul totale regionale (11%).
La cantieristica fa volare l’export. E la bilancia commerciale torna in attivo dopo oltre 10 anni
La cantieristica si conferma il settore trainante delle esportazioni, con una crescita del +40,7% nel 2022 rispetto al 2021; contro una crescita del 37,4% dell’intero export della blue economy. E per la prima volta dopo oltre un decennio, il saldo commerciale risulta positivo con un avanzo di 1,9 miliardi di euro nel 2022 a fronte di un passivo di -1,6 miliardi nel 2021. Ancora una volta a fare la differenza è soprattutto la cantieristica, che accompagna il forte incremento delle vendite verso l’estero (+2,7 miliardi di euro) con una notevole riduzione del valore delle importazioni che si attestano nel 2022, su poco più di un miliardo di euro, in calo del 58,6%.
Un quadro regionale per numero di imprese del Sistema mare
L’economia del mare è costituita da un universo di 228mila aziende nel 2022, il 3,8% dell’intero tessuto imprenditoriale. Quasi una impresa blu su dieci è capitanata da un under 35 mentre oltre una su cinque da donne. Nel Mezzogiorno e nel Centro si concentra più del 74% delle attività imprenditoriali del Sistema mare (rispettivamente il 48,4% e il 25,9%). Il Lazio è la prima regione in Italia per numero delle aziende blu con 35.241 unità, seguita da Campania (32.449) e Sicilia (28.640). Mentre in termini relativi, considerando l’incidenza delle imprese del mare sul totale del sistema imprenditoriale regionale, è la Liguria a collocarsi in cima alla classifica nazionale con un peso del 10,5%, avanti a Sardegna (7,2%) e Sicilia (6,0%).
Dal punto di vista settoriale, poco meno della metà delle aziende blu, il 47,8% con precisione, opera nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione. A grande distanza le attività sportive e ricreative con 34.363 imprese (il 15,1%) e la filiera ittica con 33.242 imprese (il 14,6%) tallonata dalla cantieristica con 28.583 imprese (circa il 12%).
Il Sistema mare ha dimostrato di sapere reagire meglio degli altri comparti alle difficoltà e il tessuto imprenditoriale ha superato con più slancio i livelli pre-Covid registrando un aumento del 4,4% nel 2022 rispetto al 2019, a fronte di un calo dell’1,2% del totale delle imprese nello stesso periodo.