Con “Il punto di…” di questa settimana diamo il benvenuto in Confitarma a Emanuele Gesù, Head of Midstream Project Delivery, Commercial and Operations – Greenture (controllata 100% Snam e neo-associata).
Con lui abbiamo voluto approfondire le tematiche, più che attuali, relative alla transizione energetica, ai nuovi carburanti, alle infrastrutture esistenti e a quelle necessarie, partendo dall’impegno di SNAM sui tre pilastri della sicurezza di forniture, sostenibilità e competitività.
Quali sono i principali driver di sviluppo su cui sta lavorando Snam?
Per ribilanciare il trilemma energetico sui tre pilastri di sicurezza delle forniture, sostenibilità e competitività, il sistema Italia necessita di sviluppare l’infrastruttura del gas naturale lungo tutta la catena del valore, attraverso una maggiore flessibilità e un adeguato dimensionamento, in modo da rafforzare la propria resilienza per fare fronte ai tempi di crisi e creare le condizioni strutturali per accelerare la transizione energetica, affiancando investimenti per lo sviluppo di gas verdi e di tecnologie per la decarbonizzazione, l’impegno sul fronte dell’efficienza energetica e un approccio sempre più spinto alla digitalizzazione e all’innovazione.
Snam è impegnata lungo tutti e tre i pilastri del trilemma energetico, con una strategia che si articola in:
- Investimenti nell’infrastruttura del gas lungo l’intera catena di creazione del valore come, ad esempio l’acquisto e la messa in esercizio di due FSRU (Floating Storage Rigasification Unit), il potenziamento e l’ottimizzazione del sistema di stoccaggio, il rafforzamento della Linea Adriatica, lo sviluppo di GNL di piccola taglia – midstream – e l’ampliamento delle reti di stazioni per il rifornimento stradale a GNL / Bio-GNL e in prospettiva a idrogeno. In particolare, queste ultime due attività sono svolte da Greenture S.p.A., società controllata da Snam al 100%, che intende sviluppare il mercato non regolato dello Small-Scale LNG in Italia per favorire la decarbonizzazione dei trasporti terrestri, navali e ferroviari, promuovendo la transizione energetica del settore. L’iniziativa si propone di fare leva sullo sviluppo del settore del GNL italiano, anche grazie ai nuovi investimenti infrastrutturali previsti, per favorire la progressiva sostituzione del gasolio e degli oli pesanti, sostenendo allo stesso tempo l’utilizzo del metano e del biometano liquido (GNL e Bio-GNL) e nel futuro di altri combustibili verdi come l’ammoniaca, l’idrogeno e il metanolo. Ad oggi si prevede un’importante crescita del mercato del GNL e del Bio-GNL, dalle circa 200 mila tonnellate annue attuali fino a oltre 1,5 milioni di tonnellate al 2030, di cui la parte marina ne rappresenterà in Italia circa il 30%, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione europei e dell’IMO, e aprendo in tal modo le porte all’utilizzo di altri combustibili verdi.
- Contributo alla decarbonizzazione dei consumi attraverso misure di efficienza energetica e lo sviluppo di tecnologie per la CCS (Carbon Capture and Storage).
- Digitalizzazione e ottimizzazione dei propri asset e dei relativi processi industriali.
Quali sono gli asset infrastrutturali che Snam ha individuato per favorire il percorso di transizione energetica dell’Italia e in particolare del settore marittimo?
Snam vede nei nuovi usi del GNL per il mercato non regolato un grande potenziale in termini di abbattimento delle emissioni climalteranti ed inquinanti nel settore del trasporto. Per cogliere questi benefici è fondamentale potenziare le infrastrutture nazionali, con un’attenzione particolare all’adattamento dei terminali di rigassificazione, alla costruzione di impianti di micro-liquefazione e alla costruzione di depositi costieri.
Il fondamentale obiettivo è quello di presidiare e sviluppare nuove catene del valore del GNL e del Bio-GNL che pongano al centro le infrastrutture di midstream attraverso le quali sviluppare attività di caricamento diretto di autocisterne (per le attività di bunkeraggio Truck to Ship) e di navi (per le attività di bunkeraggio Ship to Ship), creando nuove filiere nazionali che siano in grado di distribuire la molecola in modo affidabile e competitivo, contribuendo all’indipendenza dell’Italia dalle forniture estere e abilitando lo “switch” a nuovi combustibili più verdi da parte delle società armatoriali. Inoltre, di particolare rilevanza per il mondo marittimo, ci si pone l’obiettivo di avviare investimenti per l’ampliamento delle flotte di bunker vessel GNL e Bio-GNL operanti nei mari italiani e mediterranei, lavorando in stretta collaborazione con gli operatori del settore marino, valorizzando le reciproche e complementari esperienze nel mondo del bunkering e del gas naturale.
A questo scopo Snam, attraverso Greenture, ha consolidato il proprio impegno in numerose iniziative per lo sviluppo di infrastrutture Small Scale LNG:
o l’avvio dell’iter progettuale (operativo nel Q1 2025) per l’upgrading del terminale di rigassificazione di Panigaglia, in provincia di La Spezia, al fine di permettere il caricamento di autocisterne per la distribuzione del GNL in ambito marino e stradale, in aggiunta a successive iniziative di sviluppo delle attività di re-loading di small scale bunker vessel presso il molo esistente;
o l’adeguamento del terminale FSRU di Livorno della società OLT, di cui Snam detiene una partecipazione di controllo congiunto, per il caricamento di bunker vessel e carrier di piccola taglia a GNL che sarà operativo da settembre 2023;
o la realizzazione di un micro-liquefattore da rete gas per la produzione di GNL e Bio-GNL (operativo da Q3 2025) nella regione Campania, che permetterà il caricamento di autocisterne, contribuendo in tal modo allo sviluppo di carburanti green nel sud Italia.
Le infrastrutture in corso di sviluppo da parte di Greenture saranno hub in grado di distribuire (potenzialmente anche al 100% della loro capacità) il biometano immesso in rete da produttori presenti su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dall’ubicazione geografica e nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità richiesti da enti certificatori nazionali o volontari. In questo modo si potranno rendere disponibili all’industria dei trasporti grandi quantitativi di Bio-GNL valido a fini ETS, con evidenti vantaggi sul piano della sostenibilità ambientale e su quello economico, sfruttando il biometano che sarà disponibile in quote crescenti nella rete gas nazionale, grazie anche agli attuali e futuri incentivi. È importante notare che schemi di distribuzione di Bio-GNL di questo tipo sono già stati intrapresi da altri operatori attivi nel centro e nord Europa, paesi da sempre più avanzati nell’utilizzo di combustibili a basso impatto ambientale.
Greenture non vuole presentarsi al mercato marino come un mero operatore di sistema possessore di asset strategici nella filiera del GNL, ma vuole posizionarsi come partner ideale per armatori, bunkeristi, energy companies ed istituzioni portuali nello sviluppo di iniziative innovative e sfidanti, come i primi bunkeraggi StS di GNL e Bio-GNL nei porti o nei mari italiani, auspicando in futuro che la partnership possa estendersi a simili progettualità su altri combustibili verdi, come ad esempio l’ammoniaca, abilitandone il mercato ed collaborando con tutti gli operatori nell’ottenimento di normative e procedure chiare e definite e di modelli operativi facilmente replicabili.
L’armamento mondiale solleva l’allarme sulla disponibilità di tecnologie e carburanti alternativi in grado di permettere agli stessi armatori di rispettare gli ambiziosi obiettivi per la decarbonizzazione fissati a livello internazionale e soprattutto europeo. Qual è la sua visione su questo?
Fissati gli obiettivi climatici ed ambientali è necessario facilitare l’adozione di tutte le tecnologie, già disponibili o in fase di sviluppo, con un approccio neutrale. Nei prossimi decenni ci aspettiamo una molteplice infrastrutturazione nei porti europei e mondiali, costituita ancora da combustibili tradizionali come l’MGO, ma progressivamente affiancata da combustibili alternativi come il GNL, il metanolo e nel medio-lungo periodo l’ammoniaca. Dal quadro che si andrà a delineare appare evidente che non possa esistere un’unica soluzione, ma sarà necessario che tutti gli operatori perseguano un mix energetico variegato che valorizzil’apporto di ogni combustibile rinnovabile. Ammoniaca, metanolo, GNL (anche nella sua forma bio), elettrico a batterie, sono tutte parti di un’unica risposta agli ambiziosi obiettivi posti per la decarbonizzazione.
In particolare, stiamo iniziando ad osservare con attento interesse i nuovi fuel rinnovabili come, ad esempio, l’ammoniaca (che è il più probabile vettore per lo spostamento su lunghe distanze dell’idrogeno), certi di riuscire a giocare un ruolo determinante nella messa a disposizione di infrastrutture per l’uso di questi combustibili nel prossimo futuro.
Riteniamo, tuttavia, che l’intrinseca flessibilità data dall’infrastruttura del GNL, in grado di trattare allo stesso modo GNL fossile, Bio-GNL e GNL sintetico in quote crescenti, sia una delle possibili risposte ai “timori” dell’armamento mondiale, facilitandone le decisioni “go-not go” proprio per il suo valore nel lungo periodo e offrendo una chiara direzione per il processo di decarbonizzazione sostenibile che deve avvenire a livello globale.
Siamo inoltre convinti che nel breve periodo ci sia invece la necessità di un approccio pragmatico in cui è necessario sostenere le fonti energetiche di transizione immediatamente disponibili ed economicamente sostenibili, come il GNL e il Bio-GNL, valorizzandone il contributo già ora migliorativo rispetto alle fonti fossili tradizionali – circa il 20% di riduzione di emissioni CO2 nella forma fossile e superiori al 90% in quella bio, associata alla riduzione quasi totale di sostanze inquinanti (NOx, SOx, PM) in entrambe le forme – e programmando contemporaneamente un periodo di transizione sufficiente al graduale subentro di lungo periodo dei biocarburanti e degli RFNBOs (Renewable fuels of non biological origin come l’idrogeno e i suoi derivati, quali l’ammoniaca e il metanolo verdi ed il GNL sintetico).